Simm comm a l'ali e na palomma, sule stann astritte riuscimmo a vulà
CULTURA


LA VITA DELLE COSE

COLTURA
Nel mare ci sono le radici degli alberi. L'uomo ha trovato la terra sulla riva di tronchi morti, resi vivi dalla sua maglietta bianca e il cappello che vi passano accanto. Nel mare l'uomo non corre, va a cavallo come nei film western e la riva diventa la terra di sabbia e dura di arbusti; un cavallo nero e un uomo seduto in sella arrivano, si guardano intorno, con gli occhi chiusi e le orecchie aperte.
Chi vive sulla riva del mare conosce la terra e la sua vita come la pelle, non sventola lo scoop di una verità ritrovata perché tutto è così semplice, essenziale ed ovvio, come la pelle.
Il vecchio conosce del mare le spine, la vista del vecchio non è all'orizzonte, la sua vista si perde nei sentieri delle radici intrecciate, nell'uva di mare a grappoli, mangiata dai moscerini, nel fungo dimenticato che nessuno mangerà mai, nel tronco di lama e di spine che si allunga e si curva, poi si apre, con uno stemma a ventaglio sulla punta, si colora di legno alla base e si torce nella sua colonna di conca incurvata, si bagna dell'odore del mare e rimane, senza alcuna funzione né alcun perché. Niente ha un perché sulla riva del mare, ma tutto respira e le cose del mare, uccelli di legno, lumache, e conchiglie senza molluschi, fingono di dormire, sotto la sabbia, e chiedono al tempo fermato che nessuno passi loro accanto, che nessuno le strappi dal sonno, dal loro sonno di vita, chiedono che non siano mai le prime ad esser strappate da terra, quando un corpo senza odore né terra si veste e passeggia, sulle loro teste, e confonde l'odore di lana, di lino, cotone, con l'odore del sole, strappa i colori del sonno da terra e dipinge di nero, di rosso, di verde, una riva che non chiedeva nessun colore, nessun perché.
Una bicicletta e due paesani sugli scogli guardano il mare e parlano; nella voce c'è il corpo delle loro giovani mogli, guardano il mare e sussurrano confidenze distratte dentro una pelle che non chiede vestiti né cittadinanza, guardano il mare e vivono, prima che i turisti vengano a rompere questo eloquio silenzioso e familiare con le loro braccia puntate e gli sguardi meravigliati; il mistero di una vita che è lì da sempre, non si chiede il perché. I paesani tornano a casa, anche il pescatore ritira le reti da riva e va via, il loro lavoro è il silenzio, non chiedono ferie né risposo domenicale; tornano a casa e aspettano, che i turisti vadano via, per riprendere piede sulla riva e poi chiedere alle rondini com'è stato, volare con uno sguardo puntato addosso.
E' lontano, il tempo della vita che chiede risposte; oltre l'orizzonte. Le api si poggiano sui fiori, le spighe di grano si piegano al vento, le rondini volano dentro i canali delle correnti, gli alberi secchi piantati a riva riposano e stanno, la rete si allarga e si apre, ed appare, creata dal gesto di un pescatore. Le cose esistono, sulla riva del mare, senza che nessuno si chieda il perché.


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Crediti e Contatti
© 2010 Francesca Picone