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Elicriso, più potente di un cortisone.

L'ho visto spuntare da una roccia bianca, i suoi steli che assomigliano tanto a quelli della lavanda per la loro forma complessiva che ricorda quella di una coppa, hanno un colore più tenue, un verde che mi fa pensare al mare intorno a un'isola incontaminata. I capolini gialli hanno tutto il calore che un bel sole apporta a questo paesaggio. Eppure, intorno a questa roccia bianca non c'è il mare e parrebbe impossibile che al suo interno possano viaggiare le radici di una pianta così poderosa. Ho raccolto i suoi fiori, la prima volta, spinta solo dall'ammirazione. Ho voluto cercare una piantina da mettere nel mio giardino degli odori, perché l'odore che emanano questi capolini gialli ha qualcosa di intenso e di estremamente delicato allo stesso tempo.

Venne il giorno che me ne servii. Avevo preparato un oleolito con questi fiori per conservarne l'odore. Lo tenevo nell'armadietto dei medicinali di emergenza, accanto all'oleolito di iperico. Era primavera e insieme al cambio di stagione c'era da levare tutta la parietaria che cresce copiosa in questa stagione e si prepara a camminare fino alla porta della legnaia. Se non la levo copre tutto, porte, finestre, passaggio, è capace anche di nascondermi l'alberello di limone che cresce vicino la legnania. Sono allergica alla parietaria, ma lavoro veloce, con le mani, strappo in meno di mezz'ora per volta tutta quella che riesco a levare con le sue radici, poi corro a casa a fiatare, soffiarmi il naso, respirare. Quella volta mi incaponii, nonostante il prurito alle mani ed alle braccia, nonostante gli starnuti, avevo quasi finito una parete intera, quella della cantina, mancava poco, così non rientrai dopo quella mezz'ora di resistenza collaudata. Faceva caldo, sudavo, così mi asciugavo il sudore dalla fronte con le mani. L'avessi mai fatto. Ora il prurito era anche sulla mia faccia. Pian piano sentivo la mia faccia ribollire, gonfiarsi. Quando tornai a casa in cerca di un rimedio di emergenza, mi guardai allo specchio dell'armadietto. Ero gonfia. Gli occhi erano quasi coperti dal gonfiore delle palpebre, la faccia era tutto un marasma di bolle, gonfiori.

Provai l'oleolito di iperico, provai l'olio essenziale di limone, quello di lavanda, quello di pino, ma niente. Nemmeno un sentore di alleviamento. Mi ricordai che anni addietro un ragazzo mi disse che aveva trovato l'oleolito di iperico in farmacia e glielo avevano dato insieme a quello di elicriso per guarire da una psoriasi. Psoriasi, pelle, dermatite, forse non c'entra, ma sicuro l'odore è buono e male non mi può fare, mi dissi. Provai.

Non appena massaggiai un poco il mio viso con quest'olio un senso di sollievo e di freschezza divampò da tutti i pori della mia pelle. Sollievo, male non fa, mi dissi. Ma c'era di più. Nell'arco di pochissimo, mezz'ora circa o al massimo un'ora, il mio viso tornò come prima. Nessuna traccia di gonfiore. Potevo uscire e farmi vedere senza mandare col mio viso un mostro per strada.

In seguito ho cercato su internet e ho letto: anallergico. Mi sono ricordata di tutte le volte che a causa di una psoriasi o un grave eczema più di un'amica è dovuta ricorrere al cortisone. Devono saperlo tutti! Mi sono detta. Ed eccomi qua. L'elicriso, per esperienza, è una delle piante più risananti che conosca

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