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Erbe officinali, la via per tornare alla natura, come ad una medicina libera

Non tantissimi anni fa in quasi tutti i paeselli di Italia c'era un medico, o una dottoressa, o una sacerdotessa della salute, o una strega, che conoscevano i misteri della natura e con queste conoscenze curavano. Coloro che curavano con le erbe non usavano semplicemente queste erbe come cose, come medicine con una loro proprietà, ma usavano la connessione con una sapienza ancestrale, che parlava all'essere umano dalle epoche, dalla terra e dal cosmo. Non è stata solo la caccia alle streghe ad allontanarci da tutto questo, ma una nuova visione della vita, che non era più scambio e unione, ma business e individualismo, non trionfo del benessere comunitario nonostante le guerre e le miserie, ma successo disperato nel suo isolamento autarchico. La padronanza che pure nutrivano i guaritori di un tempo non voleva più dire conoscenza di sè e del mistero della natura, a servizio del mondo, ma dominio ed abuso di potere. La via non è più quella socratica o quella ascetica, quella dello spirito e quella dell'umano, ma una scalata, una gavetta, una spinta verso i vertici della sopraffazione. La padronanza venne a coincidere con il dominio, con l'abuso di un potere snaturato; così anche la comunanza del genere umano e le affiliazioni dei ricercatori ad una rete di viaggi e di scambi divennero quel che oggi è diventata la massoneria, un'associazione a delinquere consigliera dell'altra associazione a delinquere, quella minore e al suo servizio, anch'essa deviata. Fu così che le maestranze si fecero elitè e le tribù si fecero club. Fu così che scomparve la via del vero benessere per l'essere umano dalla faccia della terra, ma non del tutto. Sempre ed ancora oggi sono sopravvissuti e sopravvivono degli spiriti liberi, al servizio della salute e dell'umanità. Nel ritorno al silenzio vi sono i primi passi su questo sentiero: questa è una storia (ma ce ne sono tante) che risale al 1975, che ho desunto da un libricino, scritto dalla stessa protagonista di questa storia, Adriana Zarri, col titolo Erba della mia erba. Eccone qualche estratto: "Il Molinasso è qui da secoli. Dal seicento, forse prima. E le mie duemila albe non sono le ultime - per ora - di una serie lunghissima: milioni di albe, milioni di tramonti, milioni di notti e meriggi che ne han scolorito la facciata, scrostati i muri e patinati di tempo: quella patina vecchia, preziosa e inimitabile che è come il blasone nobiliare degli edifici antichi e che io mi rifiuto di distruggere, con un restauro. Forse, se anche potessi, non oserei metterci mano.
Qui la mia vita è molto semplice; e il lavoro si alterna alla preghiera". Ancora: "Monaco viene forse da monos che significa solo: è l'uomo che, nella solitudine, si oppone al rischio massificante delle strutture squadrate e definite; è, in fondo, la fantasia contro il diritto, la poesia contro la normalizzazione, la libertà contro la legge."
Ed arriviamo ad oggi, giorni in cui una organizzazione mondiale finanziata da quei padroni senza vera padronanza di cui parlavo, pretenderebbe di avere diritto di legiferazione e di dominio sulla salute di ogni individuo sulla faccia della terra. Non ci siamo arrivati di improvviso: già nel 2006, Jean Valnet, tra i primi scopritori o riscopritori dell'antica medicina che viene dagli oli essenziali, così si pronunciava: "La medicina preventiva abituale che consiste nel drogare e punzecchiare chi sta bene con prodotti di cui non si conoscono le conseguenze, è un'aberrazione. L'unica cosa efficace è la trasformazione del terreno organico con mezzi non tossici. Fra questi mezzi ci sono state, ci sono e ci rimarranno al primo posto assoluto, le piante e le erbe aromatiche". Sono pochi a ricordare che tra le ricerche che ha fatto quest'uomo agli albori della medicina che oggi conosciamo come erboristica, vi sono anche quelle dedicate alla cura del cancro. Numerose esperienze ed esperimenti potevano dare il LA per una cura piena ed effettiva, senza effetti collaterali, nei confronti di alcuni tipi di questa malattia. Oggi nessuno, pure tra quelli che lo ricordano in ambito medico scientifico, nessuno ne parla e nessuno lo dice.
Tante altre sono state le avvisaglie sul piano storico e anche sul piano letterario, una fra tutte, riproposta anche sul piano cinematografico, è la storia del dottor Knock. La prevenzione, dalla cura del terreno organico, è divenuta trampolino di lancio per il grande imbroglio, il grande business. Ed eccoci arrivati alla desacralizzazione di una scienza, di un'opera, di un compito e di una figura, quella del medico, che prima di questa fabbrica di monete alienanti, era considerata una figura sacra.
Eppure stanno tornando, i medici, gli studiosi veri, uomini e donne che si cimentano per ri-comprendere la via che porta al bene, al benessere dell'umanità. Sempre che anche il mercato degli oli essenziali e delle erbe officinali non diventi un business così tirannico da adulterare il vero potere di guarigione che hanno le piante e farne invece un danno, a scopo economico.

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