Zona rossa a Letino. Che c'entra?
Non serve neanche più andare a guardare le profezie di Giovanni XXIII dove pure si dice: “Il tempo ha covato una mente torbida, all’ombra della croce rossa e nera, a tutti sconosciuta, figlia dei latitanti a Norimberga.
Essa ha ordito il delitto su se stessa. C’è chi rinuncia alla vita, per amore del male.
La terra sfiorerà il massacro. Uno morirà per tutti e sarà il più buono” (pag. 123). Una piccola osservazione: la croce rossa e nera è quella dei Rosacroce, di cui l’autore del libro pure fa parte. Alla sua ombra, vuol dire una sua deviazione.
Non servirebbe neanche partire da qui ma già spiegherebbe molte cose. Tuttavia, per non dilungarmi sulla storia da Norimberga in poi, restringo il discorso, per adesso, ai soli tempi nostri. Prendo solo uno spunto: “Uno morirà per tutti e sarà il più buono”. Mi viene in mente il medico che, dalla Cina, ha avvisato quante più persone possibili del pericolo di questo virus, prima di esserne infettato lui stesso e di morirne, solo ed accusato come un criminale. Certo, dopo di lui ne son morti molti, a cui comunque è stato ordinato il silenzio, non solo dalla Morte, una volta avvenuta, ma anche dal governo, quando si poteva fare qualcosa per tenerli in vita.
Mentre in tanti già morivano, qualcuno dalle stanze del potere di Pechino minimizzava, e per dimostrare quanto fosse irrilevante la minaccia del virus si recò anche a Wuhan. Tornò a casa contagiato. Me nessun problema. Si curò in pochi giorni con una terapia anti HIV.
La storia che racconterò e documenterò, riguarda il Letino, è una storia particolare, ma vale per tutto il mondo.
11 Aprile 2020, un infermiere del Comune di Letino vuole partire volontario per aiutare i medici del nord in difficoltà. Si sottopone a test e risulta positivo. Molto scalpore nei paesi vicini, molto parlare fra la gente, molto terrore mescolato al pregiudizio, una buona scusa per una guerra di maldicenza fra abitanti di un paesino nei confronti degli abitanti di un altro. Qualcuno non usciva mai di casa neanche per fare la spesa, terrorizzato per via di un infermiere che nella mente del popolo è diventato una ciurma in attesa di appestare chiunque. Ma nessuna decisione preventiva è stata presa dal Comune.
Nessun test a tappeto della popolazione di questo comune. Se il contagio doveva avvenire, ha avuto tutto il tempo che voleva.
Ora, 18 Maggio, a distanza di più di un mese, proprio nel mentre il popolo italiano tutto sta per acquisire il diritto di uscire senza giustificazione, il sindaco pensa di fare test a tutti gli abitanti del paese di Letino, chiudere il paese dichiarandolo zona rossa, a motivo di un caso positivo, asintomatico, di più di un mese fa. I primi tamponi, succeduti a tratti in seguito al caso dell’infermiere positivo, e poi di un altro, hanno trovato una decina di positivi, asintomatici, anche loro. Servono da buona scusante per dichiarare Letino zona rossa. Il terrore dei paesi vicini per quel caso singolo ora ha una vera carta su cui poggiarsi.
Questo sì che è un sindaco responsabile. E la popolazione si sente protetta, certo. Protetta a scapito della salute mentale, già ingabbiata dal panico e dalla paranoia dell’altro, che sia un altro, un'altra città, o un’altra persona.
Prima di ricalcare la cronaca nobile di questi giorni che decanta la “responsabilità” del sindaco di Letino, a motivo dell’istituzione di una zona rossa in un paesino che conta 600 abitanti e che a seguito di test diagnostici seguiti da tamponi ha rilevato 13 portatori asintomatici del covid 19, facciamo qualche passo indietro per una visione che sia un po’ più grandangolare:
Letino è il punto più alto della regione di Caserta, non a caso fu sede dei Pentri, un popolo sannita che una mucca nel pellegrinaggio che per i sanniti era un vero e proprio atto sacro, il ver sacrum, condusse in quei luoghi dove sorgenti d’acqua rendono la montagna sempre verde. Lì nei pressi sorge la Cipresseta di Fontegreca, detta così perché l’antichità genetica dei cipressi che vi crescono è fatta risalire ai greci. Il fiume che con la sua cascata ed il suo corso scende lungo il percorso di questa Cipresseta, si chiama Saba. Un fiume Saba, più conosciuto, scorre in Egitto. Il fiume scorre giù al centro esatto del bosco, circondato di cipressi, dà l’idea di un tabernacolo, in un tempio aperto. Questo bosco, per la sua energia, sembra quasi un luogo mistico. Da lontano si vede la montagna di un sempre verde multivariegato, dove i semi dei cipressi scuri e maturi danno vita ad altri giovani cipressi di un verde chiaro.
Ancora più in alto, c’è il Letino. Qui non vi sono solo trattorie rustiche addobbate con botti di vino, allietate da musica country, passeggiate a cavallo, boschi incontaminati, ma anche latte, pastorizia e formaggi che provengono da allevamenti non intensivi, dove le mucche, animali guida per gli antichi Pentri, simboli di pace e di fertilità, hanno tutta la terra che vogliono per stare insieme senza ammassarsi e riposare al sole.
Tutto questo ci può rendere l’idea della sacralità di questi luoghi, da sempre. Il senso di pace che emana su questa montagna e sulla sua discesa verso valle ha resistito secoli, fino a che la Cipresseta non è diventata patrimonio dell’Unesco. Ma questa è un’altra storia.
Ora facciamo un passo avanti verso i nostri giorni, di terrore e di quarantena. Tutti a casa (qualcuno preso dal terrore, qualcuno solo per legge), l’aria si ripulisce dallo smog, i luoghi si fanno silenti. Che pace, verrebbe da dire. La pace di questi luoghi però soffre da un po’: è già stata turbata dal suo divenire patrimonio dell’Unesco e dalla gestione scellerata che ne è seguita della Cipresseta ormai tanto affollata di tavoli, macchine e panche, giochi di scalate di plastica per i bambini (come se non esistessero gli alberi, poveri alberi; hanno subito un duro colpo con un colpo di vento che ne ha buttato giù una maggior parte) da sembrare più un ristorante all’aperto che un bosco sacro, un tempio per lo spirito che respira nel solo sguardo, verso l’alto, dritto e in fondo, di questa cascata che scorre dalla roccia, abbracciata per intero dai cipressi, fino a toccare il corpo e lo spirito di una grande pace. La pace di questi luoghi è stata turbata, ancora, in questi giorni, dalla minaccia di abbattimento di alberi che devono fare posto alle antenne del 5G, in tutta Italia. Il Letino è nella lista, diremmo nera, anzi, rossa e nera. Un turbamento silente, molto più silente del virus contagioso che si dice regnare pericolosamente nel corpo di una decina di abitanti del piccolo comune, senza che si scorgano sintomi, rischiando così di inglobare nel suo regno i corpi di tutti i paesani del Letino e dei paesi intorno.
Facciamo ancora un passo indietro per guadare a grandangolo cosa sia questo 5G, chi lo vuole, e perché. Non è un mistero che il 5G sia la base del mondo futuro che la Commissione europea, capeggiata da Ursula, vuole per noi.
Il 5G, che è acclarato, fa male, ed è anche probabile il suo collegamento ad una maggiore severità del virus cosiddetto Covid 19 serve all’intelligenza artificiale. Non sarebbe possibile un mondo governato dagli algoritmi senza il 5G. Anche questo, non è un mistero. Il 5G non serve a che i nostri telefonini prendano meglio. La stessa Ursula svela il collegamento fra 5G ed intelligenza artificiale. Ora, chi è interessato a questo mondo “nuovo”. Solo lei? No. Molti altri. Anche Bill Gates, per esempio, il padre della nanotecnologia che, proprio in questi giorni e nel tempo precedente a questi giorni di quarantena, sta sperimentando gli strumenti che permetteranno di tracciare ogni movimento, fisico ed economico, dell’umanità, individuo per individuo. Una società del controllo non può che servirsi delle sue “invenzioni”, dei suoi “brevetti” per funzionare. Identità digitale e vaccino stanno per aggredire la libertà di ognuno nella sola forma di un cerotto, con un sensore, che può iniettare a distanza qualsiasi cosa nel corpo umano. Può controllarlo ed agire sul suo corpo. Chi può giurare che ciò sia a fin di bene? Un tale potere nei riguardi dell’umanità non può, in ogni caso, mai essere un bene.
Ecco il collegamento tra questo virus ed il 5G. Eccoci arrivati a Bill Gates ed al suo piano di sperimentazione dei suoi strumenti di controllo sull’intera umanità con Big Data che, soprattutto se centralizzati, gli darebbero un potere enorme sull’economia mondiale ma anche sul controllo delle scelte singole dei singoli individui e dei singoli governi. Solo grazie a questo virus il piano di umanità controllata sta prendendo piede, con tutte le sue giustificazioni.
Bill Gates, ora è noto in quanto riportato anche da Report, è il primo finanziatore dell’OMS (dopo che il primo, Trump, ha ritirato i suoi fondi).
Il paradosso è che, mentre ci si serve del virus per convincere le persone alla nuova società del controllo permessa dal 5G, molti dati confermano che la presenza del 5G rende il virus più virulento.
Molte nazioni, a causa del danno che la potenza di queste onde provocano, hanno già detto no al 5G.
Riusciranno a fermare il mondo nuovo che Ursula e Bill Gates, insieme a molti altri, vogliono per noi?
Chi governa l’Italia, i Cinque Stelle, ha nel suo programma, da sempre, l’intelligenza delle cose, Internet of things, che non è possibile senza il 5G. Sarà questo il motivo per cui hanno votato la Von Der Leien così contestata dalla base?
Ora, torniamo al Letino. Purtroppo, da queste parti, non serve fuggire sui monti per depistare la società del controllo che si vuole per tutti noi, perché al Letino, come a San Gregorio Matese, si prevede l’installazione del 5G, per coprire da lì tutte le pianure sottostanti. Coincidenza: i paesi che sono stati dichiarati zona rossa mentre l’Italia intera sta uscendo dalla Fase 1 della quarantena stretta, sono proprio questi due, Letino e Gallo Matese; i simboli del Matese per intero, simboli di altezza e di purezza. Luoghi di turismo, anche. Una zona rossa che non trova giustificazione su nulla. Per trovarvi una giustificazione si è deciso di proporre tamponi e test a tutto spiano (qualche positivo sempre si troverà). Da sottolineare che questi tamponi non hanno nulla della certezza scientifica. Si è visto e si vede come un sintomatico possa non risultare positivo nonostante una vera polmonite interstiziale mentre un asintomatico risulti positivo nonostante la sua assenza di sintomi e la sua poca possibilità di contagio (se questa decina di risultati positivi fosse contagiosa, visto l’apparentamento che unisce tutto il paese in poche famiglie, si dovrebbero trovare centinaia di contagiati, ma vedremo che così non è). Per provare l’assoluta infondatezza di una seria certificazione scientifica di questi tamponi è servita l’illuminata ironia del governatore della Tanzania che, ad insaputa dei laboratori che li avrebbero analizzati, ha testato frutti e capre, risultati positivi. In America alcuni tamponi sono stati denunciati come infettati, il virus, cioè, si trovava nei tamponi stessi.
Qual è la strada che sta facendo il 5G al Letino? Quale differenza fra il prima ed il dopo?
Lo stesso sindaco Orsi nel settembre del 2019 si è trovato a discutere con la minoranza, in sede comunale, che proponeva il divieto di installazione del 5G “in attesa della nuova definizione della cancerogenesi”.
Il Letino è nella lista dei paesi candidati dal Mise.
Che succede, invece, durante la quarantena? Vengono attivate le sperimentazioni, mentre anche le sedi comunali dormono: Letino, San Gregorio Matese e Raviscanina sono i territori interessati nell’alto casertano.
Ora che Gallo Matese e Letino sono zona rossa, nella quiete protratta, mentre tutti gli abitanti stanno tranquilli a casa, cullati dal senso di protezione che emana da questa decisione “responsabile” del loro sindaco, vediamo che strada farà il 5G.
La società del controllo, intanto, vista la quiete con cui ci si beve anche la spiegazione più assurda, pare sia a buon punto: 20 Maggio, la metà dei tamponi fatti a tappeto sulla popolazione di Letino, quelli fatti sabato 16, non ha trovato altro che un solo contagiato. Si attendono i risultati dell’altra metà, quelli svolti domenica. Ma Letino, chissà per quanto tempo resterà impressa nella mente degli spettatori come zona rossa.